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Curiosità e leggende di Perugia

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27.12.2018

A contribuire al fascino del territorio umbro sono anche i tanti racconti, le leggende e le curiosità che si tramandano da secoli. In particolare alcune leggende, molto curiose e particolari, interessano il capoluogo, Perugia: ve le raccontiamo in breve, invitandovi come sempre a venirle a scoprire di persona.

LA LEGGENDA DEL GRIFO DI NARNI E PERUGIA

Non è un caso se sia la città di Perugia che la città di Narni hanno come stemma il grifo, creatura mitologica con il corpo di leone e la testa d’aquila. Si racconta infatti che, in epoca medievale, un grifo si aggirasse nelle campagne tra i due centri cittadini, tormentando gli abitanti del territorio in particolare a causa delle tremende razzie nei confronti degli animali che i contadini erano soliti allevare. Perugini e narnesi decisero quindi di mettere da parte la loro storica rivalità e di unire le forze per eliminare la bestia. L’impresa fu ardua, ma alla fine il grifo venne catturato e ognuna delle due città ne ebbe una parte come trofeo: Perugia prese la pelle e per questo il suo stemma è il Grifo bianco, Narni prese il corpo scuoiato e per questo il suo stemma è il Grifo rosso.

LA FONTANA MINORE

Perugia ha tra i suoi simboli più importanti e conosciuti la Fontana Maggiore, ma questo prezioso monumento non è l’unico nel suo genere ad aver interessato il centro del capoluogo umbro. A fargli in qualche modo da contraltare – anche se i veri motivi per i quali venne fatta costruire non sono conosciuti – tra il 1277 e il 1281 venne eretta anche la Fontana Minore o Fontana degli Assetati detta poi anche Fontana del Grifo e del Leone: le due famose statue bronzee, oggi collocate nell’atrio di Palazzo dei Priori, sono state infatti realizzate da Arnolfo di Cambio proprio per la fontana di cui egli stesso fu autore. Il monumento si trovava in via Mazzini e, forse a causa di difetti nel funzionamento, venne smontato già nel 1308. Oltre al Grifo e al Leone di Palazzo dei Priori, alcune sue componenti sono conservate alla Galleria Nazionale dell’Umbria: si tratta delle statue di marmo dell’Assetata in ginocchio, dell’Assetata con la brocca, del Malato alla fonte, dello Scriba con libro e dello Scriba acefalo.

L’OCCHIOLINO DI SAN COSTANZO

La tradizione vuole che in occasione della festa del Patrono di Perugia, San Costanzo, celebrata il 29 gennaio, le ragazze nubili debbano recarsi nella chiesa dedicata al Santo per conoscere il proprio futuro amoroso. In particolare se San Costanzo fa l’occhiolino alla ragazza vuol dire che questa si sposerà entro l’anno, altrimenti il fidanzato dovrà consolarla regalandole il famoso torcolo. A quanto pare sono i giochi di luce che colpiscono l’immagine del Patrono a far sembrare che questo strizzi l’occhio.

IL CONTO DI CORCIANO E DI PERUGIA

Questa leggenda cavalleresca si intreccia con la storia della fondazione della città ed è riportata dal poema latino Eulistea, scritto da Bonifacio da Verona intorno al 1293 per incarico del Comune perugino. È il racconto di Ulisse che arrivò in Italia in seguito alla distruzione di Troia. Risalì il fiume Tevere e si fermò nella località chiamata Colle Landone dove fondò Perugia. Con Ulisse c’erano diversi seguaci tra i quali Coragino, nobile troiano, con la sua famiglia. Tra Ulisse e Coragino si crearono tuttavia dei dissapori che portarono il troiano e i suoi ad andarsene da Perugia e a fondare, poco distante, Corciano. Tempo dopo, Candida, figlia di Coragino, sposò il figlio del Conte del Lago, Novizio: dall’unione nacque Cornaletto che divenne il giovane signore di Corciano. Un giorno Cornaletto sfidò in duello il paladino Orlando il quale accettò la sfida a patto che, se lo avesse sconfitto, Cornaletto si sarebbe convertito al cristianesimo e si sarebbe fatto battezzare. Orlando vinse e battezzò Cornaletto nominandolo anche cavaliere come premio per il suo coraggio: da questo evento, secondo il Conto, ebbe inizio la storia religiosa e civile di Corciano.

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