Il Conto di Corciano e di Perugia è una suggestiva leggenda cavalleresca sulle origini delle due città umbre, particolarmente famoso anche perché unisce al racconto immaginario un fondamento e un significato storico reale che riguarda i rapporti tra nobiltà e borghesia nel territorio perugino del 1300.
Il Conto di Corciano e di Perugia: la storia
Del racconto, risalente al XIV secolo, non si conosce l’autore, ma esso risulta manoscritto all’interno del Codice Vaticano Latino 4834 e si basa sulla leggenda della fondazione di Perugia riportata dal poema latino Eulistea, scritto da Bonifacio da Verona. È il racconto di Euliste – Ulisse – che arrivò in Italia in seguito alla distruzione di Troia. Insieme a Ulisse c’erano diversi suoi seguaci tra i quali Coragino, nobile troiano, con la sua famiglia. Tutta la comunità risalì il fiume Tevere e si fermò nella località chiamata Colle Landone dove fondarono Perugia. Ben presto tra Ulisse e Coragino si crearono tuttavia dei dissapori che portarono Coragino ad allontanarsi da Perugia, insieme ai suoi parenti: trovarono, poco distante, un colle ospitale e ricco di risorse naturali e qui fondarono Corciano.
La storia continua, negli anni a seguire, con il matrimonio tra Candida, figlia di Coragino e il figlio del Conte del Lago, Novizio: da questa unione nacque Cornaletto che divenne signore di Corciano. Un giorno Cornaletto sfidò in duello il paladino Orlando e ne uscì sconfitto, così Orlando battezzò Cornaletto nominandolo anche cavaliere come premio per il suo coraggio: da questo evento, narra il Conto di Corciano e di Perugia, ebbe inizio la storia religiosa e civile di Corciano.
Significato della leggenda
Si pensa che i contrasti fra Coragino e Ulisse stessero a simboleggiare il malcontento dei nobili perugini – rappresentati da Coragino – nei confronti dello strapotere della borghesia – simboleggiata da Ulisse – che puntava esclusivamente a favorire l’economia cittadina a discapito di quella delle campagne, che era invece una delle principali fonti di reddito dell’aristocrazia locale.
Seguici sui social